NESSUNA RESPONSABILITA’ PENALE PER CHI TIENE DUE PIANTINE DI MARIJUANA IN CASA.
Un uomo finiva sotto accusa per aver coltivato due piantine di marijuana in casa, i giudici di primo e secondo grado ritenevano che la scelta dell’uomo di seminare e far crescere in casa le due piantine, destinate a produrre circa 50 dosi, andava ritenuta rilevante dal punto di vista penale, ma comunque non punibile perché catalogabile come fatto di particolare tenuità.
La linea di pensiero condivisa dal GUP del Tribunale e dai Giudici della Corte d’Appello veniva censurata dalla Cassazione, il difensore dell’uomo sottolineava che comunque la coltivazione di piante di cannabis sativa per uso personale e non costituiva reato. Ma la Cassazione riteneva decisiva la constatazione sia in primo che in secondo grado, per la quale si riconosceva che la condotta dell’uomo si era risolta in una coltivazione domestica destinata al suo uso personale, avente ad oggetto due sole piante di cannabis con produzione di una cinquantina di dosi, cioè, un quantitativo modesto, ed era la stessa Corte d’Appello a parlare di coltivazione domestica destinata all’uso personale. Sussistevano quindi l’esclusione della tipicità della coltivazione penalmente rilevante, andava esclusa ogni ipotesi di responsabilità penale a carico dell’uomo sotto processo. Non integrando il reato di coltivazione di stupefacenti, per mancanza di tipicità, una condotta di coltivazione che, in assenza di significativi indici di un inserimento nel mercato illegale, denotasse un nesso di immediatezza oggettiva con la destinazione esclusiva all’uso personale, perché svolta in forma domestica, utilizzando tecniche rudimentali e uno scarso numero di piante, da cui ricavare un modesto quantitativo di prodotto, annullava senza rinvio la sentenza impugnata, con riguardo alla contestata coltivazione di piante da stupefacenti, perché il fatto non sussiste.
(Corte di Cassazione, sez. VI Penale, sentenza n. 5626 del 12.2.2021)
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