PERDE 150 € CON UNA VENDITA ONLINE FASULLA: DANNO NON IRRISORIO.
Finiva sotto accusa l’uomo che aveva proposto, falsamente, la vendita online di un tablet su Subito.it ad un prezzo estremamente favorevole, inducendo quindi in errore un compratore che, confidando nella effettiva disponibilità del bene, inviava mediante bonifico bancario la somma pattuita, senza tuttavia ricevere alcunché, non essendogli mai stato consegnato nulla.
Per i Giudici di merito non ci sono dubbi sul fatto che il venditore dovesse essere condannato per truffa, così quest’ultimo proponeva ricorso in Cassazione, per tramite del suo legale, il quale non contestava l’esistenza della condotta illegale, ma riteneva illogico non riconoscere, l’attenuante prevista per il danno di lieve entità, contestando dunque la valutazione compiuta dai Giudici di secondo grado, secondo la quale la somma di 150 euro, di cui la persona offesa era stata depauperata, non poteva essere considerata irrisoria. La Cassazione sottolineava che in sostanza, la concessione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità presupponeva necessariamente che il pregiudizio cagionato fosse lievissimo, ossia di valore economico pressoché irrilevante, e ai fini dell’accertamento della tenuità del danno era necessario considerare, oltre al valore in sé della cosa sottratta, anche il valore complessivo del pregiudizio arrecato con l’azione criminosa, valutando i danni ulteriori che la persona offesa aveva subito in conseguenza della sottrazione del bene. Date le circostanze non poteva trattarsi di danno lieve, poiché ci si trovava di fronte ad una somma, che non appariva in sé oggettivamente irrisoria, tenuto conto del costo medio della vita.
La Corte rigettava dunque il ricorso.
(Corte di Cassazione, sez. II Penale, sentenza n. 32460 del 18.11.2020)
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