PEDINA E FA DISPETTI ALLA VICINA DI CASA: CONDANNATO PER STALKING.
Scenario della vicenda è la provincia siciliana dove una donna si ritrovava a dover fare i conti con un vicino di casa da incubo. L’uomo la pedinava, le faceva i dispetti, la aggrediva verbalmente, la minacciava. La donna arrivava ad installare una telecamera di sicurezza ed un piccolo cancello sulla rampa delle scale così da poter evitare il contatto diretto con l’uomo, che veniva condannato per stalking dai giudici di merito a 17 mesi di reclusione. L’uomo non ci stava e ricorreva in Cassazione, dove però i giudici confermavano la valutazione compiuta in primo ed in secondo grado, rendendo definitiva la condanna per stalking. Le condotte dell’uomo, infatti, non lasciavano spazio a dubbi: si era appostato presso l’ingresso dell’abitazione della persona offesa, l’aveva aggredita verbalmente, suonava senza motivo il suo citofono, richiedeva ingiustificatamente l’intervento delle forze di polizia. Le azioni compiute dall’uomo erano consistite in veri e propri atti persecutori ai danni della vicina di casa, soprattutto ponendo in evidenza la ripetitività e la consistenza dei comportamenti dell’uomo, che avevano destabilizzato la donna, costringendola a ricorrere alle cure di uno specialista per il grave stato di ansia e che infine si era decisa ad installare una telecamera di sicurezza ed un piccolo cancello sulla rampa delle scale per provare a ridurre il potenziale pericolo di un contatto con il vicino di casa. La donna era stata spinta a mutare le proprie abitudini di vita e a ricorrere a un sistema di videosorveglianza e di difesa della propria casa, non poteva dunque che confermarsi la condanna dell’uomo per stalking.
Cass. pen., sez. V, n. 7825 del 22.2.2023
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