IL BULLO DELLA SCUOLA CONDANNATO: DEVE RISARCIRE I DANNI AL COMPAGNO VITTIMA DELLE SUE ANGHERIE.
Per le angherie compiute nell’ambito di una scuola superiore ai danni di un compagno di classe affetto da autismo, con ritardo dello sviluppo psichico e del linguaggio, il ragazzo veniva condannato in sede penale e al risarcimento del danno per il ragazzo vittima dei suoi comportamenti da bullo. Grazie alla denuncia della vittima e alla testimonianza di alcune ragazze della classe era emerso, infatti, che il bullo non si era limitato a prendere in giro e a denigrare il compagno autistico, ma era arrivato anche a lanciargli contro oggetti vari, a chiedergli soldi e, infine, a spegnergli sulla mano una sigaretta. Per i giudici di merito non c’erano dubbi: le condotte poste in essere ai danni del ragazzo, erano condotte reiterate e vessatorie che meritavano una sanzione penale, avendo causato nella vittima un perdurante stato d’ansia e di paura per la propria incolumità fisica, che aveva manifestato ai genitori, allo psicologo, alla preside e agli insegnanti, e di intensità tale da costringerlo a mutare le proprie abitudini di vita, con particolare riferimento alla frequenza scolastica. Inoltre vi erano le lesioni personali volontarie, rappresentate da ustioni, determinate dal fatto che in tre occasioni due compagni di classe gli avevano spento sulla mano destra una sigaretta accesa. La vicenda giungeva in Cassazione ma il quadro era inequivocabile ed i giudici non potevano che confermare la condanna per il bullo e il risarcimento dovuto al suo compagno di scuola.
Cass. pen., sez V, n. 12501 del 24.3.2023
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