RECENSIONI FALSE: AMAZON OPTA PER L’ITALIA DOVE LE PENE SONO PIU’ SEVERE.
Amazon ha intentato presso la Corte di Washington una causa per diversi illeciti tra i quali pratiche commerciali scorrette, attività anticoncorrenziale e lesione del brand. In causa Amazon sosteneva che alcune persone pagassero per le recensioni dei prodotti e il feedback dei venditori erodendo la fiducia dei clienti, andando a competere ingiustamente con i milioni di imprenditori onesti che vendevano nei negozi Amazon, offuscando il marchio Amazon. Traducendo i termini giuridici di questa causa nel nostro ordinamento continentale di civil law si può parlare di pratiche commerciali scorrette nei confronti dei consumatori, di attività anticoncorrenziale nei confronti di tutti i venditori onesti della piattaforma, di lesione della reputazione del brand “Amazon”.
Amazon per la denuncia sceglieva l’Italia la quale prevede pene molto severe per tali condotte. Nel caso di specie, i reati ipotizzabili sono frode informatica, turbata libertà dell’industria e del commercio, sostituzione di persona. La denuncia è stata presentata alla Procura di Milano, e per ora si sa soltanto che Amazon ha richiesto di perseguire sia i brokers sia gli utenti prestatisi a redigere recensioni false. Per ciò che riguarda i brokers, ci sono giuristi che ritengono sia ipotizzabile il reato di frode informatica per l’alterazione del funzionamento del ranking sulla piattaforma eseguita senza autorizzazione e in danni della piattaforma, degli altri venditori e degli utenti realizzando un profitto ingiusto; per altri sarebbe ipotizzabile anche il reato di turbata libertà dell’industria e del commercio in quanto venivano adottati mezzi fraudolenti per impedire o turbare le dinamiche dell’e-commerce sulla piattaforma. Per gli utenti-falsari si potrebbe ipotizzare, invece, il reato di sostituzione di persona ove la recensione falsa fosse stata fatta tramite un account rubato ad altro soggetto e quindi con furto di identità. Pare evidente che la Procura di Milano si sia vista rovesciare addosso un’indagine complessa e una missione impossibile per quanto riguarda l’individuazione di tutti gli utenti-falsari ospitati su Amazon ma anche su Facebook e su Telegram, pertanto non è chiaro quali saranno gli sviluppi della vicenda giudiziaria.
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