IMPOSIZIONE DEL VELO, CIBI PROIBITI, NEGAZIONE DEL DENARO: MARITO CONDANNATO PER MALTRATTAMENTI NEI CONFRONTI DELLA MOGLIE.
Un uomo di origini tunisine, imponeva il velo alla moglie, la isolava dal suo contesto sociale e lavorativo, le vietava determinati alimenti e le negava la possibilità di gestire il denaro per spese familiari e per spese personali, per tali comportamenti veniva quindi condannato dai giudici di merito, sia in primo che in secondo grado, per maltrattamenti.
La condanna dell’uomo si basava non solo sui racconti della donna ma anche sulle testimonianze fornite dalla madre, dalla sorella e dalla zia della stessa, le quali addirittura raccontavano di condotte violente nei confronti della vittima e che l’uomo le aveva impedito di accettare un impiego lavorativo e di avere diretta disponibilità di denaro.
Tale visione veniva confermata anche dalla Corte di Cassazione, che sottolineava che le condotte contestate all’uomo non erano state riferite solo ad episodi marcatamente violenti, ma, più in generale, ad un regime di vita umiliante e vessatorio, cui la moglie era stata da lui sottoposta con azioni prevaricatorie, volte ad isolarla dal contesto sociale e lavorativo e ad imporle regole non condivise, come l’uso del velo, il divieto di determinati alimenti e dell’uso di elettrodomestici, e a precluderle la gestione del denaro, fino ad arrivare, poi, a privarla del rapporto col figlio minorenne.
La Corte quindi confermava la condanna per maltrattamenti.
Cass. pen., sez. VI, n. 28623 del 20.7.2022
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