BECCATO IN POSSESSO DI MARIJUANA, L’ESSERE TOSSICODIPENDENTE NON BASTA PER L’USO PERSONALE.
Venivano rinvenuti oltre 90 grammi di marijuana suddivisi in due involucri all’interno di due vetture in sosta.
Il possessore della sostanza stupefacente veniva condannato, sia in primo che in secondo grado, per detenzione illecita di droga.
Il difensore dell’uomo ricorreva per Cassazione contestando la detenzione a fini di spaccio. Si evidenziava, infatti, come tale ipotesi non tenesse conto del consumo effettivo da parte di un soggetto, in questo caso, tossicodipendente.
In sostanza, solamente uso personale.
La Suprema Corte chiariva che la destinazione all’uso personale della sostanza stupefacente non avesse natura giuridica di causa di non punibilità. Nella vicenda in esame, aggiungevano i Giudici, non ci si limitava a considerare la quantità di marijuana detenuta e le dosi da essa ricavabili secondo gli accertamenti tossicologici.
A inchiodare l’uomo, difatti, erano ulteriori inequivocabili dettagli.
In particolare, la detenzione della marijuana per strada, la sua ripartizione in due involucri e la sproporzione fra la retribuzione mensile dichiarata dall’uomo e il prezzo sul mercato della marijuana.
Non secondario, infine, il riferimento alla valutazione del rapporto fra la quantità ed il sostenuto uso personale, sproporzionato.
Per questi motivi, la Corte di Cassazione rigettava il ricorso e confermava la condanna.
Cass. Pen., sez. VI, ud. 4 novembre 2021, n. 5271
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