TROPPI GATTI IN CORTILE: INTERVIENE IL SINDACO.
Il Sindaco di Patti, in Sicilia, in seguito ad un sopralluogo della Polizia Municipale e al Servizio Veterinario dell’ASP di Patti, ordinava ad una donna di allontanare, con effetto immediato dal proprio appartamento, i gatti attualmente detenuti in condizioni di degenza, per detenerli all’interno di un’idonea recinzione al fine di impedirne lo sconfinamento e le troppe nascite. Ciò in seguito ad un sopralluogo effettuato dal Servizio Sanitario dell’ASP di Messina Distretto di Patti in cui si rilevava la abbondante presenza di deiezioni fonti di problemi igienico-sanitari. La donna ricorreva al TAR Sicilia ritenendo, tra i vari motivi, illegittima la suddetta ordinanza sindacale per violazione delle garanzie di partecipazione ad un giusto procedimento e l’insussistenza dei presupposti di legge per l’emanazione delle ordinanze sindacali, in quanto non era stato accertato quale fosse la causa della situazione di pericolo per l’igiene o per l’incolumità pubblica evidenziata in motivazione. Tale motivo era infondato in quanto la normativa consentiva al Sindaco, quale ufficiale del Governo, il potere di adottare con atto motivato provvedimenti, anche contingibili e urgenti nel rispetto dei princìpi generali dell’ordinamento al fine di prevenire e di eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Il TAR riteneva evidenti lo stato di degrado dell’immobile della ricorrente ed il conseguente pericolo per la sanità e l’igiene pubblica. Ne conseguiva così la qualificazione del suddetto provvedimento come ordinanza contingibile ed urgente. Inoltre, la partecipazione della ricorrente al procedimento non avrebbe comunque potuto incidere sul contenuto del provvedimento finale, stante l’acclarata esigenza di intervenire sia al fine di tutelare l’igiene e la sanità pubblica.Per questi motivi il Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia rigettava il ricorso della ricorrente.(TAR Sicilia, sez. IV, sentenza n. 1299 del 23.4.2021)
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