BUCA IN AUTOSTRADA: NESSUN RISARCIMENTO. INUTILE LA TESTIMONIANZA DEL PASSEGGERO SULLA SUA PERCEZIONE DELLA BUCA STESSA.

Una società agiva in giudizio avverso l’ANAS per i danni subiti dalla propria Ferrari a causa di una buca presente in autostrada, all’interno di una galleria non illuminata. Tribunale di Palermo e Corte d’Appello concordavano sul rigettare il ricorso della società, quest’ultima ricorreva in Cassazione invocando la responsabilità del danno a carico dall’ANAS dal momento che la buca non era evitabile poiché invisibile a causa delle insufficienti condizioni di illuminazione. Il fatto in oggetto sarebbe stato confermato da un testimone, passeggero della Ferrari, il quale aveva affermato che, pur non avendo visto, la buca l’aveva percepita con altri sensi. La Cassazione confermava la valutazione delle dichiarazioni di tale testimone precisando come non era notorio che il passeggero di una vettura percepisse una buca con altri sensi, ossia si accorgesse della sua presenza senza vederla: a prescindere dalla circostanza che occorrerebbe stabilire quali fossero gli altri sensi, rimaneva il fatto che si trattava della percezione che in quel momento specifico aveva avuto uno specifico passeggero, da cui non poteva ricavarsi che tutti avessero la stessa percezione della buca, che era ciò che stava alla base del fatto notorio.Il fatto notorio infatti, sarebbe un fatto che è acquisito alle conoscenze della collettività in modo tale da risultare certo.Di conseguenza una testimonianza come quella in oggetto non era sufficiente da sola a far presumere l’esistenza della buca, ma poteva valere come indizio che doveva essere valutato insieme ad altri elementi per ricavare il fatto ignoto. La Corte rigettava quindi il ricorso della società.(Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 3, ordinanza n. 11736 del 5.5.2021)