UTENTE FACEBOOK PUBBLICA UNA FOTO OFFENDENDO QUATTRO OPERAI COMUNALI: CONDANNATO PER DIFFAMAZIONE.
Il Tribunale e la Corte d’Appello concordavano sulla responsabilità di un uomo, in relazione al reato di diffamazione contestatogli per aver pubblicato sul proprio profilo Facebook una fotografia che riprendeva quattro operai del Comune di Cecina durante lo svolgimento delle loro mansioni con la seguente didascalia: «stazione di Cecina, uno lavora, uno tiene il secchio e due si occupano di relazioni istituzionali, una specie di corpo diplomatico». L’imputato ricorreva in Cassazione sottolineando che con tale didascalia non intendeva riferirsi ai due dipendenti comunali effettivamente impegnati e che quindi la Corte d’Appello avrebbe erroneamente affrontato la questione all’esimente della critica politica, non considerando il più generale profilo del diritto di critica. Nel caso di specie però avendo l’imputato dovuto difendere successivamente i quattro operai dai vari attacchi che si sono susseguiti dopo la pubblicazione della foto pubblicata, dimostrava che la motivazione con la quale i Giudici di merito avevano ricostruito la portata diffamatoria della comunicazione coinvolgente i lavoratori fotografati additati come “sfaticati” anche da coloro che seguivano il profilo dell’accusato, non presentava dubbi di logicità. Non era sufficiente un qualunque collegamento con singoli episodi a giustificare conclusioni critiche che, aspre o non che siano nei toni, offendevano la reputazione dei soggetti interessati, finendo per essere suggestive ed insinuanti, nella misura in cui lasciano intendere ai destinatari della comunicazione, espressione di una condotta generalizzata.
Pertanto la Corte rigettava il ricorso.
(Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 11426 del 24.3.2021)
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