
CONDANNATO PER MALTRATTAMENTI IL PADRE CHE PERCUOTE LA FIGLIA PER NON AVER FATTO I COMPITI .
Dopo aver scoperto che la figlia non aveva fatto i compiti, il padre la percuoteva causandole dei lividi al braccio sinistro, alle gambe e sul viso, che venivano rinvenuti in ospedale da parte di una psicologa. Alla luce dei fatti i Giudici di merito ritenevano l’uomo colpevole di maltrattamenti e lo condannavano a due anni e tre mesi di reclusione. Il padre ricorreva in Cassazione e cercava di ridimensionare l’accusa a suo carico sostenendo che non si fosse di fronte ad un’ipotesi di maltrattamento, ma di abuso dei mezzi di correzione, dato che le lesioni erano il frutto di un episodio sporadico e potevano essere giustificate con il mancato svolgimento dei compiti da parte della figlia. Tuttavia, a detta dei Giudici, il quadro probatorio era chiaro e completo, grazie alla ricostruzione resa possibile dai racconti della figlia, della ex convivente del padre, nonché all’osservazione diretta dei lividi rinvenuti sul corpo della bambina proprio in un periodo in cui la stessa era sotto la sola responsabilità del padre.
Secondo i Giudici i maltrattamenti non potevano essere inquadrati tra i mezzi di correzione, poiché non rientranti i tale categoria i trattamenti lesivi dell’incolumità fisica o afflittivi della personalità del minore.
Per questi motivi la Cassazione rigettava il ricorso.
(Corte di Cassazione, sez. V Penale, sentenza n. 13067 del 7.4.2021)
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