AGGRESSIONE DI UN PITBULL AD UN PASSANTE E AL SUO CANE: CONDANNATA LA PARTNER DEL PADRONE.
Un cane usciva dall’auto della compagna del padrone, privo di museruola e guinzaglio, e aggrediva un uomo che si trovava nei paraggi con il suo cane. In seguito all’aggressione l’uomo rimaneva ferito mentre il suo amico a quattro zampe rimaneva ucciso. La donna veniva condannata per aver indirettamente causato il danno al passante in ragione della sua negligenza nella custodia dell’animale.
Il Giudice di pace e poi i Giudici del Tribunale, alla luce della testimonianze della persona offesa e di alcuni passanti condannavano la compagna del padrone del pitbull per il reato di lesioni personali colpose e la sanzionavano con una multa pari a 2500 euro. La donna ricorreva in Cassazione e dichiarava che l’aggressione non poteva da lei essere impedita in quanto il cane era uscito dall’auto sfondando il tettuccio e contestava la credibilità delle affermazioni dell’uomo, le quali, a detta della donna, potevano risultare non veritiere e influenzate dall’accaduto. Aggiungeva, inoltre, che precedentemente all’accaduto, aveva fatto richiesta al canile da cui aveva preso l’animale di riprenderlo, poiché lo stesso aveva già manifestato un’indole aggressiva.
La Cassazione rigettava il ricorso e riteneva che le dichiarazioni di una testimone potevano essere considerate confermative della versione dei fatti resa dall’uomo poiché raccolte nell’immediatezza dei fatti. La donna, inoltre, non aveva fornito alcuna prova in merito alle osservazioni addotte circa lo sfondamento del tettuccio dell’auto e non aveva mostrato alcun interesse nel conoscere le condizioni della persona offesa all’indomani dell’accaduto.
Per queste motivazioni, la Cassazione confermava la pena comminata dai giudici di secondo grado, sottolineando la gravità della condotta colposa, anche alla luce della conoscenza della donna circa l’aggressività del pitbull.
(Corte di Cassazione, sez. IV Penale, sentenza n. 10192 del 17.3.2021)
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