CITOFONAVA ALLA VICINA DI CASA PER DISTURBARLA IN PIENA NOTTE: CONDANNATO
In un palazzo a Roma, un condomino aveva preso di mira la vicina di casa, le dava fastidio in piena notte, facendo suonare all’improvviso il citofono relativo al suo appartamento, in maniera prolungata e senza alcuna motivazione. Essendo impossibile giungere ad una rappacificazione tra i due contendenti l’uomo veniva convenuto in Tribunale, e condannato alla pena di 300 euro di ammenda, in quanto riconosciuto colpevole del reato di molestie nei confronti della vicina di casa, avendo suonato il campanello della porta di ingresso dell’abitazione della donna in piena notte in due diverse occasioni. Era stato effettivamente osservato che le condotte erano cessate, essendosi l’uomo trasferito in altra abitazione, ed era stata sottolineata l’occasionalità della condotta, queste erano state le principali ragioni prese in considerazione dai giudici nel stabilire la sola sanzione pecuniaria.
Ricorso in Cassazione l’uomo vedeva però rigettate le sue obiezioni, in quanto, la Corte aveva reso definitiva la sua condanna per le molestie realizzate nei confronti della vicina di casa, essendosi rivelato decisivo il racconto della donna, confermato da un testimone avendo quest’ultimo riscontrato, in più circostanze, che il citofono era stato manomesso con l’uso di uno stecchino per provocarne l’ininterrotto funzionamento.
La Corte dichiarava dunque inammissibile il ricorso.
(Corte di Cassazione, sez. I Penale, sentenza n. 30012 del 29.10.2020)
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