LEGITTIMO IL LICENZIAMENTO DEL DIPENDENTE RESPONSABILE PER GLI AMMANCHI IN CASSA.
Tribunale e Corte d’appello concordavano sulla legittimità del licenziamento disciplinare deciso dall’istituto bancario nei confronti della dipendente ritenuta responsabile in relazione ad alcuni ammanchi di cassa, poiché in capo ad essa sussistevano indizi gravi precisi e concordanti idonei a fondare la responsabilità della donna per due ammanchi contestati. Non concorde la lavoratrice, proponeva ricorso in Cassazione, evidenziando che lei stessa si era offerta a posteriori di coprire gli ammanchi, ritenendo sproporzionato l’addebito e la sanzione e ritenendo che presso la sua filiale fosse una prassi consolidata quella di coprire eventuali ma le sue censure venivano ritenute dalla Corte infondate. La Corte riteneva logico, però il ragionamento seguito dalla Corte d’Appello, la quale aveva ritenuto evidente la proporzionalità tra addebito e sanzione, ragionando, in particolare, nella prospettiva dell’affidamento del datore di lavoro sull’esatto adempimento delle prestazioni future da parte del dipendente. Si riteneva, dunque, indiscutibile la gravità dell’addebito a carico della lavoratrice. E questa valutazione non poteva essere messa in discussione dalla copertura della perdita subita dalla banca e dalla conseguente inconfigurabilità del danno, né, infine, dalla invocata prassi di regolarizzazione a posteriori.
La Corte rigettava il ricorso.
(Corte di Cassazione, sez. Lavoro, sentenza n. 22787 del 20.10.2020)
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