Pacchetto domestico per vedere Sky, ma la smart-card veniva utilizzata in un locale pubblico: condannato
Dal controllo di un agente della societò Sky, emergeva l’abuso compiuto da un abbonato che aveva un contratto per la visione di programmi televisivi ad uso privato ma che impiegava la propria smart-card nell’esercizio pubblico da lui gestito per consentire ai clienti la visione di una partita di calcio criptata.
Così Sky agiva in giudizio per chiedere il pagamento della penale pattuita per l’uso non conforme al contratto della smart-card, quantificata nella misura di 4120 €. L’uomo veniva condannato a versare la cifra richiesta alla società, sia dal Giudice di Pace che dal Tribunale. L’uomo ricorreva dunque in Cassazione, la quale però riteneva corretta la visione tracciata in Tribunale, laddove si è ritenuta fornita la prova dell’uso scorretto contrattualmente non autorizzato della smart-card, alla luce della prova testimoniale assunta, ossia il resoconto fornito dall’agente della società. Il ricorso alla penale contrattuale, da parte di Sky, era stato dunque corretto, la penale non era né eccessiva, né iniqua, rientrando nella misura imposta dai contrapposti interessi delle parti del contratto. Non era possibile neanche mettere in discussione il quantum della penale applicata all’abbonato, anche perché mancavano elementi per ipotizzare l’iniquità della clausola.
La Corte rigettava il ricorso.
(Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 3, ordinanza n. 18277/20; del 3.9.2020)
0 commenti